lunedì 28 dicembre 2009

5 - Il Cesap visto da vicino


Cap. 5


IL CESAP VISTO DA VICINO



Nei capitoli precedenti si è visto che curriculum, ricerche e pubblicazioni, più che alla psicologa Tinelli sembrano ascrivibili alla “giornalista” Tinelli. La stessa fantasiosa origine è attribuibile anche ai dati sull’attività del CeSAP. Lasciamo quindi da parte qualifiche, benemerenze, dati statistici e librari, e soffermiamoci su ciò che davvero importa per un Centro Studi: la produzione di studi e ricerche.

Uno sguardo anche superficiale al sito del CeSAP, evidenzia che la Tinelli pone particolare enfasi su due aspetti della sua associazione:

  1. la vocazione allo Studio e alla Ricerca;

  2. una struttura riccamente articolata, composta da una pluralità di competenze (che agli studi danno autorevolezza).


A testimoniare la vocazione alla ricerca c’è innanzitutto la scelta del nome, dove CeSAP sta per Centro Studi. Si continua poi nello statuto dell’associazione, il quale sancisce che lo scopo del CeSAP è
Promuovere e coordinare attività di ricerca e di studio e Partecipare attivamente allo sviluppo della scienza. Vi sono inoltre altre pagine, come questa, in cui si ripete che lo scopo del CeSAP è lo studio e la divulgazione di studi.




In merito alla struttura organizzativa, va innanzi tutto precisato che anche questa consente alla dr.ssa Tinelli - così come il curriculum o le statistiche - di dare spazio alla sua creatività. Il sorprendente numero di mansioni, cariche, uffici e organismi vantati, restituisce una volontà di conferire all’associazione una solennità che dopo aver conosciuto la
Biblioteca del CeSAP diventa comica.

La pletora di incarichi parte dagli ovvi Presidente, Vicepresidente e Soci, e passa per Segretari, Consiglieri, Presidenza, Direttivi, Tesorieri, Assemblee dei Soci, Consigli Direttivi, Scrutatori e Collegi dei Revisori, che in una piccola associazione paiono eccessivamente pretenziosi, e arriva fino alle varie segretarie da contattare nell’ufficio del CeSAP. In questa pagina c’è persino un enfatico
Responsabile Area Qualità, presentato come dipartimento della Segreteria, più idoneo a una industria casearia che a una minuscola associazione di volontariato.




Gli incarichi non finiscono qui. Sul numero 3-4 anno 2.000 della rivista Labyris, viene sfoggiato anche un
Comitato di Relè, a cui spetterebbe il compito di valutare gli articoli da pubblicare. La rivista è stata soppressa, ma continuando sul web la pubblicazione degli studi, c’è da pensare che il comitato esista ancora. Non si comprende però cosa sia, dato che un tale comitato non si è mai visto. Scartata l’ipotesi di un refuso di stampa (il Comitato di Relè compare due volte, a pagina 2 e 45), sarebbe interessante sapere dove la dr.ssa Tinelli ha scovato il termine “relè”. In italiano indica un apparecchio elettrico che apre o chiude un contatto, e un Comitato di Contatti Elettromagnetici pare poco funzionale. In francese “relè” non esiste (neppure “relé”), e non esiste neppure in inglese, in tedesco o in spagnolo. Rimane il portoghese “reles”, ma significa “Disprezzabile, meschino, insignificante”, e esibirlo pare poco vantaggioso.


Labyris, pag 2




Labyris, pag 45



Una tale quantità di uffici e incarichi, sottintende l’esistenza di un folto numero di collaboratori, ed infatti nella pagina
Sintesi attività anno 2002, quella delle 238 tesi “seguite”, la dr.ssa Tinelli scrive:

    Nell'anno in corso abbiamo archiviato 247 dossier su gruppi
    specifici, risultato di perizie depositate nei Tribunali di varie
    regione e di studi effettuati dai nostri consulenti.





Non devo essere il solo che vorrebbe vederli questi 247 dossier raccolti in un solo anno. Anche ipotizzando che le
perizie depositate nei Tribunali siano scadenti come quella sul Reiki, sostenere che imprecisati nostri consulenti abbiano redatto in un anno l’esorbitante quantità di 247 tra studi su imprecisati gruppi specifici e perizie giudiziarie, offende l’intelligenza di chi legge. Una perizia e ancor più uno studio richiedono per la ricerca e l’analisi un tale dispendio di tempo, che non vale neppure la pena calcolare quanti consulenti servono per produrre una tale mole di lavoro.

Una strana anomalia conferma questo scetticismo. L’anonimo frequentatore del forum interno che si firma Talon, viene per tre volte omaggiato dei credit di traduttore (1 2 3), mentre nemmeno uno di questa pletora di periti e ricercatori viene degnato di una menzione. E una perizia o uno studio sono lavori ben più importanti di una traduzione. Inspiegabile è anche la mancanza di un elenco di questi misteriosi
gruppi specifici.





Questa dei 247 dossier fantasma è una dichiarazione che si sposa perfettamente con quella di aver “seguito” - sempre nello stesso anno -
238 tesi di laurea. Si ottiene un totale di 485 tra tesi, studi e perizie, a cui vanno aggiunte le 120 richieste di aiuto seguite direttamente dal personale interno del CeSAP. Poi dicono che la cannabis non fa male, si tratta di numeri che non servono nemmeno per giocare al lotto.

Se qualcuno ha letto che
Il CeSAP persegue una organizzazione distribuita sul territorio nazionale con una sede nazionale e sedi regionali o interregionali(22 nov. 2006), potrebbe pensare che l’associazione dispone di collaboratori lungo l’intero stivale. Un rilievo giusto, se queste sedi distribuite esistessero, ma non ci sono (e non c’erano nel 2002, non c’erano nel 1999) né sedi regionali né interregionali. C’è solo la Sede Nazionale di Noci, in provincia di Bari e l’organizzazione distribuita è solo l’ennesimo vuoto proclama.




Di tanti organismi vantati, l’unico qualificante per un Centro Studi vuole rendersi credibile sarebbe un Comitato Scientifico, con i nominativi pubblicati a riprova dell’autorevolezza del collegio. Ma dopo il fugace accenno che troviamo nello Statuto in merito alle norme per la composizione di
Commissioni e Comitati tecnico-scientifici, non se ne ha più notizia (contrariamente a Direttivi, Tesorieri, Segretari, Responsabili Area Qualità, ecc.). Una mancanza grave. E una mancanza incomprensibile per lo stile della giornalista docente. Dopo i numeri a caso sulle tesi seguite, gli studi prodotti, le perizie depositate, le richieste di aiuto ricevute e i misteriosi dossier sugli innominati gruppi specifici, non costava nulla inserire nell’Organigramma qualche nome a caso.

Registrata la mancanza di un Comitato Scientifico, veniamo ora alla produzione di studi e ricerche, che per un Centro Studi sono la ragion d’essere. Questo materiale è raccolto nella sezione Documenti e Studi. Aprendola, la prima impressione non è positiva: vi si trova un elenco di 22 voci disposte a casaccio. In mancanza di idee migliori, disporle almeno in ordine alfabetico eviterebbe quella sgradevole sensazione di trascuratezza che non si addice a un Centro Studi (rispettabile). Scorrendo le voci, alla sensazione di trascuratezza si aggiunge l’evidente approssimazione: non seguono nessuna classificazione logica e appaiono come uno sbrigativo inserimento di voci via via aggiunte nel tempo. Alcune sono la denominazione di un gruppo (Raeliani, Mormoni, Arkeon, ecc.), altre sono categorie tematiche (Mobbing, Abusi, Magia, ecc.), altre sono il nome di singoli personaggi (Basmagi, Fra’ Elia, don Mauro Cioni, ecc.). Tutti inseriti alla rinfusa.





Seguendo i link si entra infine in un’area che implora il licenziamento del Responsabile Area Qualità: la sciatteria vi regna sovrana. L’impaginazione è schizofrenica:


In questo documento i caratteri hanno 6 diverse dimensioni e il grassetto si alterna senza logica al carattere normale. Scorrendo il testo si riscontra inoltre: a) il continuo variare da un carattere piccolissimo a uno grande; b) la mancanza di 14 paragrafi [es. dopo la frase "Sappiamo che Otelma si esibisce in :" ci sono 4 righe vuote]; c) il doppio apice ["] che racchiude una citazione è presente solo alla fine della citazione, talvolta nel mezzo; d) alcuni brani sono incomprensibili: «un capello, un pelo " discoteche, sale da ballo, piazze, stadi»; e) i due punti [:], i punti esclamativi e i punti interrogativi sono distanziati dalla parola che li precede. È dal 2005 che il documento è presente sul sito con questa impaginazione.



In alcuni documenti il testo (a volte lungo) non ha mai un ritorno a capo. Come anche nell’esempio sotto riportato, al cui titolo originale, Traumatic Abuse in Cults: A Psychoanalytic Perspective, la "Prospettiva Psicoanalitica" è misteriosamente scomparsa e sostituita con un insensato "
traduzione di Fabio Giannelli e Lorita Tinelli".


Il documento ha questa impaginazione dal 2005.


In altri documenti il ritorno a capo è insensato, oppure il testo è fastidiosamente tutto sottolineato:


Il documento ha questa impaginazione dal 2006.



È dal 2006 che questo documento è interamente sottolineato.



In molte pagine il testo cambia senza motivo di dimensione, colore e font. Oltre al deprimente disordine tipografico, il primo esempio qui sotto riportato ha molte parole che dopo un punto fermo non cominciano con la lettera maiuscola, ma soprattutto si compone di un testo in cui si alternano brani che non hanno attinenza tra di loro. Il documento risulta incomprensibile e merita sicuramente una visita.


Documento pubblicato nel 2007.



Documento pubblicato nel 2007.




Documento pubblicato nel 2005.



A volte lo stesso testo compare in due diverse pagine (Eesempio 1A-Esempio 1B oppure Esempio 2A-Esempio 2B). Navigando con i pulsanti
<> e Pros. > (sic) l’ordine di visualizzazione non corrisponde all’elenco mostrato dal menù di riferimento. C’è perfino una pagina che da giugno del 2005 contiene appena il titolo senza il testo:


Da giugno 2005 non si è mai provveduto a inserire il testo nella pagina che risulta vuota.



E ancora: quando l’autore è citato, non c’è nessuna informazione in merito alla pubblicazione e sull’autore stesso. Altre volte l’autore non viene neppure indicato (per la cronaca, questo saggio è della dr.ssa Clotilde Buraggi). Così come non viene citato il sito da cui si è preso questo documento con uno sbrigativo copia-incolla. Se l’autore c’è, può essere difficile da trovare perché annidato all’interno di un testo senza ritorni a capo.

Il seguente documento, oltre a nascondere l'autore all'interno del testo senza mai un ritorno a capo, è stato prelevato col solito maldestro copia-incolla senza la parte iniziale dell’articolo, da un sito che - come altri - non viene citato:


È dal 2005 che nessuno provvede a inserire la parte iniziale del testo che risulta mancante.



Forse per bilanciare la mancanza della parte iniziale del testo dell’esempio precedente, in questa pagina manca la parte finale e il testo si interrompe all’improvviso lasciando una frase troncata a metà:





Il CeSAP non mostra riguardo neppure per il titolo degli studi (non suoi) che pubblica. Nella sezione su Basmagi vi sono due documenti. Del secondo che appare nell’elenco (navigando con i pulsanti
<>e Pros. > è il primo) viene riportato questo titolo: “Relazione sui condizionamenti psicologici messi in atto all’interno della comunità denominata ‘Missi”. Il vero titolo è: “Relazione sui condizionamenti psicologici messi in atto all’interno della comunità denominata ‘Missione di S. Antonio Abate’





Per un articolo preso da Avvenire, una mano proditoria ha scritto
Dall'Avvenire, forse pensando al sol dell’avvenire della canzone partigiana “Fischia il vento”:




Questa carrellata di svarioni non è esaustiva delle balordaggini pubblicate e serve a dare un'idea della vera natura della sezione "Documenti e Studi". Basta aprire una pagina a caso per ritrovarsi in un deposito di cianfrusaglie che non ha niente a che vedere con la documentazione di un centro studi. Con questo guazzabuglio il sito del CeSAP mostra di essere cintura nera di sciatteria, ma non è solo una questione di forma o di credit dovuti agli autori o ai siti da cui il materiale è stato copia-incollato. La nota più dolente riguarda la sostanza del contributo
allo sviluppo della scienza della ricercatrice Tinelli e dell’associazione che incarna, aspetto che sarà trattato nel prossimo capitolo.