lunedì 28 dicembre 2009

2 - Pubblicazioni Articoli Sostantivi


Cap. 2



PUBBLICAZIONI ARTICOLI SOSTANTIVI





Abbiamo visto che la dr.ssa Tinelli presenta sé stessa come una ricercatrice. Questa vocazione viene ribadita nello statuto del CeSAP, il Centro Studi da lei creato, a cui attribuisce lo scopo di porsi come osservatorio permanente per lo studio e la divulgazione ecc. Sempre sul sito del CeSAP si legge inoltre l’impegnativo proposito di dare informazioni continuamente aggiornate a un ancor più impegnativo elenco di soggetti a cui queste “informazioni continuamente aggiornate sono indirizzate:


  1. psicologi,

  2. sociologi,

  3. assistenti sociali,

  4. forze dell’ordine,

  5. educatori,

  6. insegnanti,

  7. avvocati,

  8. magistrati,

  9. medici,

  10. pedagogisti,

  11. operatori psicosociali,

  12. ma soprattutto a vittime di abusi

  13. e a quanti, familiari, parenti, reti amicali, vivono ...






Per chi opera come psicologo professionista, proporsi come riferimento per le vittime di abusi psicologici è naturale. Ciò che invece suscita perplessità è la presenza nella lista di categorie come gli avvocati, i magistrati, i medici ecc. Viene spontaneo il sospetto di una propensione alla presunzione. Insomma, a raccontarle grosse. Tanta sicurezza nei propri mezzi ha pure un secondo effetto: crea delle aspettative in merito alle pubblicazioni che andremo ora a esaminare.

Prima di esaminare i lavori vantati dalla dr.ssa Tinelli nel suo curriculum di studiosa, è bene ricordare che in ambito scientifico esistono delle regole che stabiliscono come pubblicare ricerche, studi, interventi, ecc. e come riferirsi ad essi. Non deve sorprendere. Se anche il gioco del rimbalzello si è dato delle norme, a maggior ragione è necessaria una regolamentazione nel ben più rilevante mondo della ricerca scientifica, il quale deve evitare di ridursi a un babelico vociare di Maghi Oronzi. Per questo i riferimenti a una pubblicazione devono riportare con chiarezza tutti quei dettagli che permettano agli altri studiosi del settore di rintracciare agevolmente il testo. La violazione di questa norma elementare, comporta la perdita di credibilità per l’autore e per i suoi lavori.

Un altro criterio riguarda l’autorevolezza della rivista su cui si pubblica, che deve essere scientifica. In un mondo dove anche gli articoli delle riviste più prestigiose vengono passati al microscopio, è intuitivo che quanto pubblicato su riviste non scientifiche non venga considerato (e vantare un articolo apparso sul Gazzettino di Rovigo susciterebbe ilarità). In pratica, scrivere uno studio e appenderlo al muro della camera da letto non vale.

Infine, gli articoli divulgativi o i testi di convegni e conferenze, pure questi divulgativi per loro natura, non valgono. Umberto Eco scrive su l’Espresso articoli interessanti, ma non sono lavori scientifici.

Veniamo quindi agli
studi che la ricercatrice Tinelli elenca nel suo sito www.loritatinelli.it e che le consentono di porsi l’ambizioso obbiettivo di essere un riferimento per avvocati, magistrati, sociologi, educatori e il resto della compagnia, oltre che ai suoi colleghi psicologi. Affrontare la mole di studi, ricerche, articoli e interviste (sono elencate pure quelle) che l’operosa psicologa deve aver accumulato in questi dieci anni può destare preoccupazione. Nessun timore: in elenco ci sono appena 17 voci. Pochi ma buoni, viene da pensare, la dr.ssa Tinelli avrà indicato solo i lavori più rilevanti. Sarebbe logico, ma nel caso in questione sarebbe soprattutto sorprendente. Meglio rimandare le valutazioni a dopo che avremo esaminato il materiale.

Il primo articolo della lista è
LE SETTE E LA FAMIGLIA e partiamo decisamente male: c’è solo il titolo senza alcuna indicazione bibliografica. Poco sopra abbiamo visto che i riferimenti non sono un optional da accogliere con gratitudine, ma un elemento indispensabile (altrimenti qualcuno potrebbe cadere nella tentazione di spacciare la tesi e la tesina per degli studi pubblicati da due università). Quanto l’indicazione bibliografica sia importante, lo si capisce anche dal fatto che deve attenersi a precise regole dettate dalle categorie di riferimento. Uno psicologo dovrà quindi seguire le convenzioni stabilite dall’APA, l’American Psychological Association, che esigono questa struttura:

    [autore] [data pubblicazione] [titolo/volume] [luogo edizione] [editore] ecc.


Non è tutto. Nelle indicazioni dell’APA, le regole variano a seconda che si stia citando nel testo oppure in bibliografia, che si citi un articolo oppure una tesi di laurea ecc. Sono cose basilari e per conoscerle è sufficiente leggere il divertente manuale per studenti “Come si fa una tesi di laurea” di Umberto Eco.

Tornando allo "studio" LE SETTE E LA FAMIGLIA, la mancanza dei riferimenti di pubblicazione toglie credibilità all’intero curriculum. Noi però non siamo tignosi come i ricercatori (veri) e non ci formalizziamo. Anche perché in precedenza ne abbiamo viste di peggio. Non ci formalizziamo ma faremo bene a essere guardinghi, perché la ricercatrice, che nel suo sito trascrive perfino il testo di una banale intervista sul vandalismo rilasciata allo sconosciuto Noci-Gazzettino, Mensile di vita cittadina, di questa intervista riporta i riferimenti, mentre sul ben più importante (all’apparenza) LE SETTE E LA FAMIGLIA stende un alone di mistero. Una reticenza che non ha senso.

Fortunatamente la magia dei motori di ricerca ci viene in aiuto e con sorpresa scopriamo che questo contributo al progresso scientifico è stato pubblicato davvero. Però non su carta, ma sul sito del CeSAP. Non male, il prodotto capofila dei suoi studi la ricercatrice Tinelli se lo pubblica lei sul suo sito e poi lo elenca nel suo curriculum. Ingegnosa. Ma a questo punto sarebbe stato meglio il Gazzettino di Rovigo, o per lo meno il Noci-Gazzettino (che, lo vedremo tra poco, non si chiama neppure così).

Il secondo lavoro è “
ABUSO PSICOLOGICO E CONTROLLO MENTALE”. Anche se approssimativi, qui i riferimenti bibliografici ci sono: Leadership Medica, n° 6, 2000. Come rivista scientifica non è un granché, ma almeno esiste e l’articolo è stato pubblicato davvero. Forse perché resterà l’unico a finire sulla carta, e si sa che i figli unici godono di particolare riguardo, per sicurezza la dr.ssa Tinelli lo elenca due volte. Nella pagina “Articoli” e nella pagina “Pubblicazioni” (1).


EFFETTI DELL'ADESIONE AI TESTIMONI DI GEOVA SUI MINORI”. Ci risiamo, ma dovremo farci l’abitudine: anche qui mancano i riferimenti bibliografici. Nuovamente Google fa il delatore e così scopriamo che anche questo “articolo” (anche lui del lontano 1999) ha trovato ospitalità unicamente sul sito della ricercatrice a cui dovrebbero rivolgersi magistrati, avvocati, & C.

Quanto detto per “
EFFETTI DELL'ADESIONE... ” vale anche per:


  • LA DIAGNOSI NELL'ETA' EVOLUTIVA, pro manoscipto del 1998

  • LA SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE COME STRUMENTO PRIVILEGIATO DELLE SETTE


Con questi due articoli si raggiunge il paradosso. Il primo, “
LA DIAGNOSI NELL'ETA' EVOLUTIVA”, non compare neppure sul sito del CeSAP. Questo significa che la Tinelli cita nel suo curriculum un articolo che è stato pubblicato solo sul suo sito-curriculum. Sembra un gioco di parole, ma la sostanza è che vanta una pubblicazione che in realtà non esiste. Il secondo articolo lo ha invece appeso al suo “comodino”, ma se degli altri era criticabile la mancanza dei riferimenti bibliografici, in questo viene perfino cambiato il titolo: da “LA SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE COME STRUMENTO PRIVILEGIATO DELLE SETTE” a un più sbrigativo La sindrome di alienazione genitoriale.











LE NUOVE RELIGIOSITA' ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO” Qui il riferimento c’è: “Relazione presentata all'omonimo corso di informazione del Ce.S.A.P. nel Novembre 1999”. Della serie tutto fa brodo. Inserire in un curriculum la relazione esposta in una comune conferenza (ossia non organizzata da un’istituzione di grande prestigio) è un’evidente anomalia: nessuno trova conveniente mostrare che sta raschiando il barile. Ma la Tinelli non butta via niente e alla voce Articoli inserisce una relazione che non era nemmeno per una conferenza, ma per un corso di informazione. Per di più tenuto dal CeSAP, la sua associazione con sede nel suo soggiorno di casa. Siamo al Gioco Simbolico (2) con cui i bambini fingono una diversa realtà: “Facciamo che io ero la principessa e tu ...”.

ADESIONE AL GRUPPO DEI TESTIMONI DI GEOVA: COME E PERCHÈ”. Ancora il testo di una conferenza”, ancora del lontano 1999, ma quale conferenza non è dato sapere. C’è un particolare interessante che salta all’occhio leggendo il testo di questo pseudo-studio che inizia così:

    Negli ultimi anni si sta assistendo, nei paesi occidentali, al proliferare di nuove forme di culto. Anche nella cattolica Italia, esse sono in vorticoso aumento.(vedi qui)

e lo confrontiamo con il testo di
LE NUOVE RELIGIOSITA', che abbiamo visto poco sopra e che inizia così:

    Negli ultimi anni si sta assistendo, nei paesi occidentali, al proliferare di nuove forme di culto. Anche nella cattolica Italia, esse sono in vorticoso aumento. (vedi qui)







AFFILIAZIONE SUBITA: le comunità settarie e i diritti dell'infanzia. È la terza relazione per un convegno inserita alla voce “Articoli”. Nel film “Amici miei”, il regista Monicelli si chiedeva cosa fosse il genio. In questo lavoro della dr.ssa Tinelli forse troviamo la risposta. Per dare autorevolezza ad un trattato, si usa citare opere di altri autori a conferma di ciò che si è esposto o si è dato per acquisito. In questa relazione la Tinelli mette in calce come riferimento EFFETTI DELL'ADESIONE AI TESTIMONI DI GEOVA SUI MINORI, di Lorita Tinelli, Pro Manoscripto, 1999, che è “l’articolo” che abbiamo visto poco sopra, “pubblicato” sul suo sito. Che tenerezza, con due puntine da disegno affigge un “articolo” al comodino nella sua cameretta, poi lo cita in una relazione per un convegno che tiene sul suo lettino. Anche qui comunque siamo sempre al 1999, il suo anno mirabilis.


SUICIDI DI MASSA: alla ricerca della verità assoluta Questa è una chicca. Finalmente una ricerca che davvero ha visto la consacrazione della pubblicazione su carta: il numero di esordio della rivista Labyris, nel 2000. Ciò che dà un toccante effetto Tartarino di Tarascona, è che Labyris è la rivista dell’associazione che ha sede nel soggiorno di casa sua e viene edita nel salotto di casa sua, nei momenti liberi tra i convegni che tiene sul lettino nella sua cameretta. Una curiosità: Labyris vantava nientemeno che (imprecisati e anonimi) corrispondenti che assicuravano il collegamento con i Paesi Comunitari ed Extracomunitari.



da Labyris, n° 3/4, 2000



Come si addice ai giochi d’infanzia, la rivista ebbe vita effimera, appena 5 uscite. Anche questo contributo alla scienza, la Tartarina di Noci lo elenca per sicurezza due volte, ed essendo tanto amato dall’autrice vale la pena dargli uno sguardo. Prende spunto dalla
notizia dell'ennesimo tragico suicidio di massa” verificatosi “a Kampala, Uganda, il 18 marzo scorso. Nella realtà l’eccidio ebbe luogo il 17 marzo e non il 18, a Kanungu e non a Kampala, che da Kanungu dista 400 km. A questi due errori fa seguito un elenco dei casi precedenti, seguito dall’elenco dei termini che si sono succeduti a quello di “lavaggio del cervello”, e si conclude con la spiegazione dei suicidi di massa secondo le teorie dello psichiatra Viktor Frankl. In pratica, non è un articolo, ma un commento alla cronaca in stile “Forse non tutti sanno che” della Settimana Enigmistica. Non stupisce che sia stato pubblicato esclusivamente dalla sua rivista.

IL DISAGIO NELLA PRE-ADOLESCENZA: RISULTATI DI UNA SPERIMENTAZIONE". Questo presunto articolo lo abbiamo visto nel primo capitolo, si tratta della tesi del corso di grafologia, che nel 2.000 l’Istituto G. Moretti ha pubblicato nella sua rivista Scrittura. Ma non si tratta di un merito: l’istituto pubblica tutte le tesi conclusive del suo corso di Grafologia. Anche questo scritto viene riportato due volte, sia tra gli “Articoli” che nelle “Pubblicazioni” (che sommando la citazione nella pagina “Curriculum” fanno 3 volte).

DALLO SCARABOCCHIO AL DISEGNO: ANALISI DELL'ATTIVITA' GRAFICA DEL BAMBINO NELLA SUA EVOLUZIONE”. Di questo articolo è dato sapere solo l’anno, il 2000. Altro non c’è, neppure il testo. Quanto a Google si ostina perfidamente a dire che non ne sa niente, l’infingardo. Ancora una volta la ricercatrice Tinelli vanta uno studio che non ha nemmeno affisso al comodino della sua cameretta.


PUBBLICAZIONI

Passiamo ora alla pagina Pubblicazioni, dove troviamo menzionati:
Giovani: specchio del mondo adulto”, “Libertà o libero plagio?”, Esperienze inusuali definite parapsicologie, pubblicati sul finire del 2000 sulla rivista Noci-Gazzettino, Mensile di vita cittadina. La prima cosa da dire è che Noci-Gazzettino non esiste, il vero nome della rivista è Noci gazzettino, senza il trattino, e il sottotitolo non è Mensile di vita cittadina” ma Periodico di vita cittadina (vedi qui). A parte l’ovvietà che Noci Gazzettino non è una rivista scientifica, è comunque un periodico di scarso rilievo, non dispone neppure di un suo sito web. Considerando che Noci è un piccolo comune di 19.500 abitanti, la pubblicazione di un articolo su Noci gazzettino è una gloria da commemorare scherzosamente al bar con gli amici. Vederlo inserito tra le “Pubblicazioni” che dovrebbero accreditare uno studioso come appartenente al mondo della ricerca scientifica, lascia interdetti. Una vanteria che ricalca quelle di Tartarino e dei suoi amici tarasconesi. Inoltre, è difficile credere che Esperienze inusuali definite parapsicologie sia una pubblicazione dalla Tinelli: essendo il nome di un convegno, pare più probabile che sia il titolo di un trafiletto con cui Noci-Gazzettino ne dava notizia. Resta da dire che il convegno (organizzato dal CeSAP) non ha lasciato alcuna traccia in rete. Sorte condivisa dalle tre “pubblicazioni”.

Ora che abbiamo visto questi tre (introvabili) articoli pubblicati sullo pseudo Noci-Gazzettino, si conclude anche la disamina della voce di curriculum
scrive su quotidiani e periodici, che abbiamo incontrato nel primo capitolo e che era stata lasciata in sospeso. I periodici sono: la sua rivista Labirys subito defunta, uno sconosciuto mensile di un paese di 19.500 abitanti e la rivista Leadership Medica che nel 2.000 le ha pubblicato un articolo. Dei quotidiani non c’è traccia. Difficile non ricorrere al termine millanteria.

Chi ha avuto la pazienza di resistere fin qui, ora vedrà la sua costanza premiata con una sorpresa: due fraintendimenti o, più precisamente, due distorsioni. Insomma, ci siamo capiti, un paio di frottole. Si tratta di:

  • Presi al collo da una catena, Opuscolo redatto per la Mostra Itinerante
    sull' esoterismo promossa dal CeSAP (anno 2003);

  • La verità che tu cerchi forse da me la puoi trovare, Opuscolo redatto per la
    Mostra Itinerante sull'esoterismo promossa dal CeSAP (anno 2003).


Sorvoliamo sull’onore che può dare la firma su un
Opuscolo. La sorpresa annunciata è che la mostra non è stata promossa dal CeSAP, ma ideata, organizzata, finanziata e curata dall’ARIS Veneto che ne ha la completa titolarità. Sui documenti ufficiali della mostra, il nome della Tartarina di Noci figura tra i sette collaboratori (nel suo caso per aver “svolto attività di relatrice e di supporto”) e viene dopo quello dei due co-organizzatori: la curatrice della mostra Silvana Radoani e il Comune di Venezia. Per aver collaborato, la dr.ssa Tinelli si attribuisce il merito dell’iniziativa.


Relazione conclusiva della mostra, su carta intestata ARIS Veneto.



Segnalibro, un gadget della mostra.
In evidenza il logo dell’ARIS Veneto;
il logo del CeSAP non compare.


Svelata la sorpresa, vale la pena dare uno sguardo a questi due opuscoli annoverati come “Pubblicazioni”, perché ricchi di aspetti farseschi.




Il primo, il cui vero titolo è “Presi al collo da una catena. Analisi di una superstizione diffusa”, tratta delle cosiddette Catene di Sant’Antonio. Viene presentato come una “analisi”, nella realtà è appena un esercizio di banale bricolage che non richiede alcuna competenza. Tra le 49 pagine che lo compongono c’è un solo articolo, l’Introduzione, che è di 3 pagine, però firmate da Maurizio Antonello dell’ARIS Veneto. Le pagine restanti riportano:

  • il testo di undici “Catene”;

  • un’intervista a Paolo Attivissimo copia-incollata da Internet;

  • 9 articoli di quotidiani;

  • i “Suggerimenti utili”, ancora di Paolo Attivissimo.


Con questo metro, potremmo inserire nel curriculum le raccolte di Figurine Panini fatte da bambini.

Il secondo opuscolo riguarda i ciarlatani: maghi, cartomanti e sensitivi vari. Sostanzialmente valgono le stesse considerazioni fatte per l’opuscolo precedente, con la differenza che qui il risultato finale è peggiore. La formula è la stessa di prima, ossia una raccolta di materiale facilmente reperibile in Internet. Vi si trova un articolo di Giovanni Panunzio, copiato dal sito di Telefono Antiplagio, che costituisce da solo i due terzi dell’opuscolo. Nelle pagine restanti sono riportati alcuni annunci pubblicitari di sedicenti maghi.

Per legare espositivamente i testi delle pubblicità, l’autrice inserisce dei suoi commenti (di scherno), ma mentre nell’opuscolo precedente erano stringatissimi, qui si dilunga un po’, mettendo in mostra un italiano sorprendentemente esitante, che talvolta arriva a coprirsi di ridicolo:

  • non sa distinguere tra sponsor e slogan: “Il suo sponsor è ‘Dammi la tua mano, ti dirò chi sei’;




  • inserisce considerazioni ironiche di una banalità imbarazzante: Beh solo 36 ore non sono mica male per risolvere completamente la propria crisi sentimentale!!!;






  • fa un uso sfiancante di punti esclamativi a fini enfatici, 8 in un brano di appena 13 parole: Beh! È di sicuro un’offerta da non perdere!!!! Metà del suo compenso!!!;





  • infarcisce ogni pagina di chiose avvilenti, immancabilmente enfatizzate da ingiustificati punti esclamativi:


    • (beh questa informazione, data come molto importante, non sembra aggiungere molto alla sua credibilità ... ma immaginiamo che suo padre sia stato davvero famoso in qualche tempo e in qualche luogo!)

    • (non si sa quale! nda)

    • L’importante è esserne convinti!

    • (il maiuscolo è suo! nda),

    • (chi??? Nda),

    • (e fra tante problematiche questa ci pare essenziale! Nda)












Gli errori e le noiose battutine ironiche rendono i commenti dell’autrice inadatti ad un testo divulgativo e più in linea con le banalità che sentiamo dal salumiere. L’opuscolo si chiude col capitolo
Conclusione, costituito dall’ennesimo copia e incolla (le istruzioni per eventuali segnalazioni al Garante). Queste istruzioni vengono introdotte da una frase, piuttosto contorta, contenente una raccapricciante virgola tra soggetto (esperti del mondo magico) e verbo (fanno), che vale la pena vedere coi propri occhi:







Veniamo ora al pezzo forte del medagliere ligneo, il libro:


  • Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1998, pag.324


Finalmente non dobbiamo parlare di millanteria o di paccottiglia spacciata per gioielli. Questo è proprio un libro e – coincidenza – in questo caso vengono riportati anche i riferimenti bibliografici. E l’ha scritto proprio la dr.ssa Tinelli. La qualità espositiva, dei contenuti e grammaticale non lasciano dubbi.



Innanzitutto chiariamo che si tratta della tesi di laurea a cui è stato cambiato il titolo. Il che attesta l’abilità della ricercatrice barese che riesce a moltiplicare un singolo lavoro in 3 onorificenze: la laurea universitaria per la quale il testo è stato scritto, un fantomatico
studio pubblicato dal “Dipartimento di Psicologia [...] Università La Sapienza di Roma, 1996” e infine un libro. I complimenti sono d’obbligo.

Cominciamo precisando che le pagine sono 312 e non 324. Peccato veniale, ma il vizietto di allungare il pesce è una tentazione a cui non sa resistere. Esaminiamo queste 312 pagine. Tra presentazione, prefazione, ringraziamenti, introduzione, modalità delle interviste e di contatto degli intervistati, classificazioni, metodi di analisi e amenità varie se ne vanno 32 pagine. Segue la trascrizione delle testimonianze di alcuni adepti o ex TdG, identificati come “Gino”, “Paolo” e così via fino a pagina 108. Conclusa l’interminabile premessa, sembra che abbia finalmente inizio la disamina delle tecniche di persuasione. A dare questa impressione è il titolo dei capitoli:
Come si diventa TdG”, “I TdG e la famiglia, Vita di gruppo”, “I TdG e la società, ma ormai la delusione si è fatta rassegnazione: dopo quelle volate via con Gino e i suoi fratelli, se ne sono andate altre 120 pagine contenenti brani tratti da riviste come Svegliatevi! e La Torre di Guardia. Sono 120 pagine piene di elenchi e di pervasivi riferimenti bibliografici (che mancano nel suo curriculum). Qui il contributo della ricercatrice Presidente Nazionale si limita a brevi interventi di raccordo tra una citazione e l’altra, e lo “studio” si mostra per quello che è nella realtà: una sorta di “Bignami” sui TdG.

Siamo così a pagina 229. Inizia finalmente lo studio vero e proprio, con i capitoli dedicati all’osservazione del fenomeno studiato, che si conclude a pagina 248. Fanno 20 (venti) pagine, a cui fa seguito il capitolo “Conclusioni” (pagine 249 e 250). Con questo, la tesi di laurea divenuta uno
studio del Dipartimento di Psicologiae poi il libro Tecniche di persuasione ecc. è terminato. A meno che non si voglia elevare a ricerca scientifica il glossario, la bibliografia e una cinquantina di pagine che riportano moduli e circolari ad uso interno del gruppo, calendari di eventi e programmi delle adunanze, che con sprezzo del ridicolo vengono definiti documenti riservati.

Mi auguro che il lettore apprezzi la cortesia di avergli risparmiato la disamina delle 20 pagine che costituiscono il contributo della dr.ssa Tinelli al libro. È che ritengo che l’antifona sia ormai chiara, ma su richiesta posso dedicargli un paragrafo.

Ultima considerazione in merito al libro. È risaputo che quando gli editori si mostrano insensibili al valore dell’arte o al progresso scientifico, pagando è possibile sopperire a questa ottusa miopia - e al contempo mettere in bella mostra nel salotto di casa un libro col proprio nome in copertina (e stipare lo sgabuzzino con le copie restanti). Non sappiamo come siano andate le cose, c’è però una pagina nel sito www.loritatinelli.it dove si legge una nota molto interessante in merito:
Se si desidera acquistare una o più copie scrivere all'autrice” ecc. Sono trascorsi undici anni, ma ci sono ancora copie del libro che tengono compagnia ai barattoli di piselli.

Una curiosità: poco sopra le istruzioni per l’acquisto, si può leggere una inattesa recensione al libro, favorevole benché lo definisca desueto, firmata dal dr. Enrico Girone. Se non è un caso di omonimia, allora è il dr. Enrico Girone che nella pagina contenente lo statuto del CeSAP figura come uno dei soci fondatori dell’associazione.





Siamo arrivati al bilancio finale. A parte un trascurabile articolo pubblicato su Leadership Medica nel 2000, e un ancor più trascurabile libro uscito nel 1998 e custodito nello sgabuzzino, tutto il resto è una processione di illusioni:

  • la tesi di laurea e la “tesina” di un imprecisato corso falsamente spacciati per pubblicazioni;

  • articoli pubblicati sull’anonimo Noci gazzettino (di cui storpia il nome);

  • ricerche pubblicate unicamente sul sito della sua associazione e studi che neppure lei ha pubblicato;

  • relazioni per sconosciuti convegni elevati al rango di articoli.


Quasi tutto anteriore al 2000, ossia prima della stesura del proclama visto all’inizio relativo al
porsi come osservatorio permanente per lo studio e la divulgazione ecc. Il grado di attendibilità della ricercatrice auto nominatasi “giornalista” e Presidente Nazionale risalta impietoso. Il non aver prodotto in tutti questi dieci anni neanche uno studio o una ricerca, per un Centro Studi che si propone di offrire informazioni continuamente aggiornate, fa considerare la qualifica di Centro Studi l’ennesima infondata vanteria al pari dell’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti.

Nel capitolo “Conclusioni” del suo libro si legge:
    Spesso è la nostra parte emotiva, quindi più primitiva, che ci aiuta nel prendere decisioni che a volte si rivelano sbagliate.

La frase non ha senso. È nell’ordine delle cose che una decisione a lungo ponderata possa risultare errata; se
a volte si rivelano sbagliate anche quelle prese dalla nostra parte emotiva, allora non cambia niente: sia l’emotività che la fredda razionalità a volte sbagliano. Strafalcioni di logica a parte, è probabilmente un invito a non prendere decisioni dettate dall’emotività. È un consiglio che la dr.ssa Lorita Tinelli non dovrebbe solo predicare agli altri, mentre scrive sciocchezze come “Posizioning” (3) (anziché Positioning) o inserisce proditorie virgole tra soggetto e verbo.



Note:

  1. Chi fosse interessato a conoscere il valore dell’articolo può trovarlo qui; avendone letto circa un terzo, in coscienza ritengo di avere già dato.

  2. In Psicologia dello Sviluppo, Gioco Simbolico è il gioco di finzione in cui il bambino negozia un’organizzazione concordata di attori, co-attori, registi e pubblico. Così un oggetto viene usato al posto di un altro e la persona si comporta come se fosse un’altra (“Facciamo che ero….”).

  3. Pagina 7 del libro “Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova”.