lunedì 28 dicembre 2009

4 - I numeri del Cesap


Cap. 4


I NUMERI DEL CESAP





Dopo le qualifiche professionali della dr.ssa Tinelli, veniamo ora all’aspetto sociale della ricercatrice giornalista, aspetto che per quanto riguarda la rete si concretizza nel CeSAP. Poiché della sua associazione la dr.ssa Tinelli dà i numeri, e sono numeri alquanto allegri, iniziamo proprio da questi. Servirà a non perdere il buonumore.





Questo è uno dei numerosi annunci che appaiono a rotazione sul sito del CeSAP, coi quali si tratteggia un’associazione dinamica e articolata, che oltre a produrre studi e ricerche, gestisce una grande quantità di richieste d’aiuto.

Dopo aver visto il curriculum e le pubblicazioni della giornalista docente di marketing in un corso per parrucchiera, accettare sulla parola le sue dichiarazioni è imprudente. Meglio provare a fare due conti. Per pietà glissiamo sugli archivi su cui è
Tutto documentato e registrato e ci soffermiamo sul solo centinaio di richieste al giorno, una quantità che la Tinelli stessa definisce enorme.

Consideriamo solo i canonici 5 giorni lavorativi settimanali, dal lunedì al venerdì, e consideriamo solo 11 mesi all’anno, per concederne uno di ferie a tutta la struttura. Rimangono 239 giorni lavorativi. Togliamo ancora qualche festa comandata e limitiamoci a 230 giorni. Altro che
enorme, si ottiene uno stratosferico 23.000 richieste di aiuto all’anno.

Quante richieste di aiuto possono arrivare a un’associazione che tratta di abusi psicologici? Facciamo un confronto con un’associazione simile, Telefono Azzurro. Simile nel senso che anche Telefono Azzurro, come il CeSAP, si occupa di abusi, non certo per quanto riguarda la struttura, la capacità di comunicazione e la conseguente notorietà. Difficile trovare qualcuno in Italia che non sappia dell’esistenza di Telefono Azzurro. Al contrario, quasi la totalità degli italiani non ha mai sentito parlare del CeSAP, il che lo rende non commensurabile a Telefono Azzurro.

Il confronto è reso possibile da questa pagina di Telefono Azzurro, dove troviamo il totale dei casi gestiti dai suoi due call center (Milano e Palermo), attivi 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Il dato fornito da Telefono Azzurro per l’anno 2008 è: 3.230. Uno striminzito 14% rispetto al CeSAP. L’iperbolica cifra di 23 mila richieste di aiuto vantate dalla Tinelli è inverosimile come la favola di Dumbo l’elefantino volante. Scartando la falsità deliberata, l’unica spiegazione plausibile è che la dr.ssa Tinelli consideri come
richieste di aiuto lo spam che riceve con la posta elettronica.





Sempre in merito alle richieste di aiuto, c’è un’altra dichiarazione che induce a credere che la tendenza del CeSAP alla contabilità creativa sia presente fin dalla sua nascita. C’è una pagina che pubblica i dati relativi alle richieste di aiuto pervenute nel 1999, l’anno della fondazione del CeSAP, avvenuta in giugno:

Nel 1999 abbiamo avuto 758 contatti di cui :
  • 423 richieste di aiuto concernenti sette religiose o pseudopsicologiche

  • 315 richieste di aiuto per violenze intrafamiliari

  • 40 richieste di aiuto nell'ambito lavorativo (mobbing).





È sballato perfino il totale, che è 778 e non 758, ma veniamo alla plausibilità di queste cifre. Il CeSAP è poco conosciuto adesso, a dieci anni dalla sua nascita, figuriamoci nei primi mesi della sua fondazione. Perché sia credibile che alla sua fondazione il CeSAP ricevesse più di 6 richieste di aiuto al giorno, è necessario ipotizzare che le vittime fossero già in fila davanti alla casa della “giornalista” Tinelli, in attesa che lei creasse il Centro Studi.

Ovviamente, che si tratti di numeri scritti a caso ce lo dice la logica, non ci sono prove. C’è però una persona molto addentro alle cose del CeSAP che conferma pubblicamente trattarsi di statistiche inventate. Si tratta della dr.ssa Lorita Tinelli, che in questo suo articolo del 2.001 dà una versione completamente diversa dei dati relativi all’anno 1999:

  • abusi in ambito domestico: 125 (anziché 315)

  • abusi in ambito lavorativo: 140 (anziché 40)

  • abusi in ambito di un culto: 436 (anziché 423)



Da notare quel “sedi” del CeSAP - al plurale - come a indicare
che oltre a quella di Noci già nel 1999 ve ne fossero altre.



La tuttologa Tinelli riporta un totale di 763 persone che si sarebbero rivolti al CeSAP. Bingo! Seconda addizione, secondo svarione: la somma di 125 + 140 + 436 è 701. Evidentemente, oltre alle difficoltà con l’italiano, ne ha pure con l’aritmetica elementare.

Torniamo alla pagina con i dati ufficiali dell’anno 1999. Inspiegabilmente, queste 778 richieste dei primi 6 mesi di vita del CeSAP sono superiori a quelle di tutti i 12 mesi del 2000 (totale 454) e del 2001 (totale 626). Impossibile non considerarli numeri scritti a caso per vantare un immaginario successo. Anche la data di inserimento delle statistiche rende poco credibile il resoconto del 1999. Mentre per gli anni 2000, 2001 e 2002 vengono inseriti sul finire dell’anno in oggetto, per il 1999 ci si ricorda di pubblicare i dati sei anni dopo. Una strana anomalia:

statistiche anno 2000 - inserite il 12 dic. 2000

statistiche anno 2001 - inserite il 12 dic. 2001

statistiche anno 2002 - inserite il 29 dic. 2002



statistiche anno 1999 - inserite il 28 nov. 2005




Infine una curiosità. Il numero 758, che è il totale (errato) dei contatti dichiarati per il 1999, deve essere un numero particolarmente gradito alla dr.ssa Tinelli: incredibilmente è lo stesso identico totale di 758 dichiarato per l'anno 2002. Una coincidenza sbalorditiva:

Nel 2002 abbiamo avuto 758 contatti di cui:

  • 542 richieste di aiuto concernenti sette religiose o pseudopsicologiche

  • 201 richieste di aiuto per violenze intrafamiliari

  • 15 richieste di aiuto nell'ambito lavorativo (mobbing).





Sempre nella pagina con i dati dell’anno 2002, troviamo altre due affermazioni interessanti:

  • "La biblioteca del CeSAP è giunta a contenere 2453 testi."

  • "Nel 2002 sono state seguite 238 tesi di laurea e di specializzazione."





Ancora il brutto vezzo di usare parole inappropriate. “Seguire” una tesi di laurea, è come quel
formata in che abbiamo visto all’inizio. È un termine che in ambito accademico non significa niente. Di una tesi si può essere il relatore o il co-relatore, altre funzioni non esistono. Perciò anche la dichiarazione secondo cui esponenti del CeSAP (che vedremo si contano sulle dita di una mano) sarebbero stati relatori o co-relatori di 238 tesi (una al giorno per tutti i giorni lavorativi dell’anno), contrasta con la logica come il volo del tenero Dumbo.

Anche in merito ai
2453 testi, vale la pena spendere alcune parole. Una biblioteca molto fornita è giustamente motivo di vanto - quando esiste davvero. In una brochure datata 10-9-2007, c’è la fotografia della biblioteca del CeSAP, che stando alla didascalia, comprende migliaia di libri e documenti.


Particolare della brochure


Basta una rapida occhiata e la mente corre subito al baobab che Tartarino di Tarascona cresceva in un vaso: due miseri scaffali, di cui uno semivuoto, e sui ripiani solo raccoglitori. Delle
migliaia di libri non se ne vede neppure uno. Impietosamente, proviamo anche qui a fare due conti. Se nel 2002, a soli 3 anni dalla sua nascita, la biblioteca del CeSAP conteneva già 2453 testi, è logico credere che nel 2007 le migliaia di libri siano molte di più. Atteniamoci però all’ipotesi benevola (trascurando quella preoccupata), ossia alla stima più ridotta possibile, e limitiamo a 3 queste ipotetiche migliaia di libri. Ho misurato lo spazio occupato da 50 libri, scegliendo nella mia libreria il ripiano contenente le pubblicazioni più piccole: 113 centimetri. Applicando la stessa proporzione a 3.000 libri, si ottiene un risultato superiore a 67 metri, che suddivisi su 5 ripiani come negli scaffali della foto, occupano oltre 13 metri di parete. Gli scaffali della fotografia devono avere una larghezza di circa un metro, per un totale di due metri circa di parete occupata. Mancano undici metri di scaffalature (oltre a mancare tutti i libri).

Aritmetica a parte, abbiamo una persona che pubblica la foto di una scaffalatura contenente dei raccoglitori e afferma di vederci migliaia di libri. Una perdita di contatto con la realtà che suscita preoccupazione. Ma a questo dobbiamo aggiungere il CD-ROM interattivo inesistente, la falsa dichiarazione di essere iscritta all'Ordine dei Giornalisti, le pubblicazioni mai pubblicate, la vantata collaborazione con giornali per i quali non ha mai scritto, ecc.

Altro che il baobab di Tartarico alto solo un metro. Qui la realtà viene disarcionata con la visionaria ostinazione di un Don Chisciotte, che in un gregge di pecore vede un esercito di mori. Per trovare una giustificazione a questi millanta libri, è necessario fare ricorso a una logica estremamente ardita: postulando che quando scrive
La Biblioteca la dr.ssa Tinelli voglia dire Una parte della biblioteca, si può supporre che gli undici metri di scaffalatura mancante siano rimasti fuoricampo. Credo però che possa ipotizzarlo solo chi da bambino ha creduto alla favola di Dumbo.